L'ultima volta che sono stato a Londra avevo 22 anni. Essendo rimasto nella capitale inglese per diversi mesi, ero riuscito ad avere un ampio assaggio della sua cucina quotidiana, che trovavo lo stesso strana come il cricket, la famiglia reale, la band di Status Quo e le serate di karaoke.
Non dimenticherò mai i filetti di pollo bruciati, il fegato secco con pancetta (mi sono sempre chiesto quanto più secco sarebbe stato se non avesse la pancetta), le tortine di rognone difficile da tagliare, il roast beef guarnito con piselli troppo bolliti e scoloriti , il panino freddo, stantio e avvolto in nylon e tanti altri.
Lo stesso disgustosi erano anche i “ristoranti italiani” di Londra, dove ricorrevo spesso nella speranza di mangiare qualcosa …….. commestibile. Ahimè! Gli inglesi avevano adattato ai propri gusti la cucina italiana, che già conoscevo bene nella sua versione originale, come studente presso le Università Italiane.
Vorrei chiarire che oggigiorno la situazione in Inghilterra è cambiata drasticamente. Grandi cuochi britannici hanno conquistato il mondo e la cucina britannica si trova a un altro livello e ha acquisito una propria identità.
Qualche anno dopo ed essendomi già immerso nella cucina Italiana, anche a livello di appassionato cuoco dilettante, in una delle centinaia di mie visite alla storica libreria di Eleftheroudakis ad Atene, mi sono imbattuto in un libro giallo dal titolo "The River Café Cookbook 2" …………….
(estratto dal lemma I genitori del DG del libro DG)